Gradisca d'Isonzo,  LE MURA,  I PALAZZI,  I PARCHI

Gradisca d'Isonzo è una cittadina di circa 6.500 abitanti situata all'estremo lembo orientale della pianura friulana sulla riva destra del fiume Isonzo.

Si trova in provincia di Gorizia, città da cui dista poco più di dieci chilometri. 

Fondata nel secolo XV dalla Repubblica di Venezia, che scelse questo luogo per costruirvi una fortezza a difesa dalle incursioni dei Turchi, nel 1511 Gradisca fu conquistata dagli Austriaci e rimase sotto il governo della Casa d'Asburgo per quattrocento anni, fino alla fine della prima guerra mondiale, salvo un periodo di settant'anni (1647-1717) in cui fu capoluogo di uno stato autonomo, la Contea principesca di Gradisca, sottoposto ai principi Eggenberg

Si caratterizza per un centro storico di notevole interesse urbanistico e architettonico, ricco di eleganti palazzi sei e settecenteschi, circondato da un vasto parco su cui si affacciano i resti delle mura venete.

 

In questa sequenza di immagini vediamo il corso del fiume Isonzo fotografato dalla passerella che unisce Gradisca al paese di Poggioterzarmata, la Casa del Provveditore veneto (fine Quattrocento) ripresa dalla Loggia dei Mercanti, il Torrione della Campana (1498), inserito nella cinta muraria veneta, un particolare della facciata di Palazzo de Fin Patuna (secolo XVIII), il Torrione della Marcella, inserito nella parte di mura prospicienti il fiume.


Una passeggiata nel centro storico.  Guida breve da scaricare.

Volete addentrarvi nel centro storico di Gradisca per scoprire le sue bellezze e la sua storia?

Ecco una spiegazione sintetica dei monumenti che incontrerete nella vostra passeggiata, mura, torrioni, chiese e palazzi in cui si riassumono quattro secoli di storia. 

L'itinerario si completa in un'ora e mezza circa. 



Itinerario nel centro storico

La Piazza dell'Unita', cuore verde di Gradisca

Il centro attuale della vita di Gradisca è la piazza Unità, su cui si affaccia il Teatro Comunale, edificio che negli anni Trenta sostituì il teatro settecentesco danneggiato dalla prima guerra mondiale.

Davanti al teatro una colonna col Leone di S. Marco (1921) ricorda l'origine veneta. Poco distante un gruppo di pini marittimi e un’aiuola incorniciano il busto del garibaldino Marziano Ciotti.

La piazza Unità si allarga in un vasto e bellissimo parco, ricavato dopo la metà dell '800 nell’area un tempo occupata dai bastioni che circondavano la fortezza. L’ombra di alberi secolari, in particolare ippocastani, rende questo spazio particolarmente piacevole d'estate, quando i tre caffè che della piazza, l’ ”Emopoli”, il “Centrale” e “il Teatro” dispongono sedie e tavolini all’aperto.

Da fortezza a citta'

Il centro storico di Gradisca conserva la forma approssimativamente pentagonale definita dalle mura venete al momento della fondazione della fortezza. La "punta" rivolta verso il fiume Isonzo corrisponde all'area - a sua volta fortificata - del Castello, costruito e ampliato sotto la dominazione austriaca.

Dalla piazza si dipartono le quattro vie che costituivano il cuore dell’antica fortezza di Gradisca (via Marziano Ciotti, via Antonio Bergamas, via Dante e via della Campagnola) disegnate sul modello dell'accampamento militare romano in funzione degli usi militari a cui era destinato questo insediamento. Sono collegate da stretti passaggi tuttora chiamati alla maniera veneziana "calli" (Calle Corona e Calle Maccari) e da un lungo asse che corre parallelo alla cinta settentrionale, via Battisti.

Lungo queste vie oggi si allineano eleganti palazzi costruiti tra Seicento e Settecento, quando Gradisca, divenuta città residenziale per molte famiglie aristocratiche del territorio, era capoluogo di una contea principesca governata dai principi Eggenberg. Alla stessa epoca risale l'edificio di culto più importante della città, il Duomo dei SS. Pietro e Paolo, che all'interno conserva la Cappella Torriana, costruita accanto al palazzo dell'importante famiglia della Torre.


Via Marziano Ciotti, la via più animata

La prima via, che si imbocca a destra del Teatro, è la via Marziano Ciotti, fiancheggiata da edifici di notevole interesse: poco dopo l’inizio, a destra, c’è il palazzo de Fin-Patuna, del ‘700, dove pernottò Napoleone, il 20 marzo 1797, dopo la conquista della fortezza. 

Più avanti a sinistra il massiccio palazzo Strassoldo-de Pace-Mistruzzi, del secolo XVII, e poco più in là il palazzo Torriani (ora sede municipale) costruito tra la metà del '600 e l'inizio del '700 da una famiglia che dette a Gradisca due illustri capitani, Nicolò II della Torre (1489-1557) e Francesco Ulderico della Torre (1629-1695). L'edificio, che risente di influenze palladiane, si apre nella parte posteriore su un'elegante corte, attigua al Duomo dei SS. Pietro e Paolo, dove, nell'antica Cappella Torriana, si trova il sarcofago di Nicolò II della Torre. 

Palazzo Torriani ospita nell’ala destra la Galleria regionale d'arte contemporanea “Luigi Spazzapan”, piccolo ma interessante museo d’arte moderna in cui è esposta la collezione di opere di Luigi Spazzapan (nato a Gradisca nel 1889 e morto a Torino nel 1958) di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, assieme ad una selezione di dipinti e sculture di altri importanti artisti contemporanei del Friuli Venezia Giulia.

Le mura venete e il castello austriaco

In fondo alla via Ciotti sorge la chiesa dell’Addolorata, fondata nel 1481 durante la costruzione della fortezza, ma danneggiata dalla prima guerra mondiale. Proseguendo a destra della chiesa si raggiunge dopo qualche centinaio di metri la porta del Castello, complesso fortificato cinquecentesco eretto dagli Austriaci dopo la conquista della fortezza veneziana di Gradisca, avvenuta nel 1511. Restaurato solo in parte, non è visitabile.

Si può fare una passeggiata, invece, lungo le  mura venete, costruite a partire dal 1479. Nell’area del castello ci sono tre torrioni, quello della Calcina, lungo via Ulderico della Torre, quello della Marcella, nella direzione del ponte sull’ Isonzo e quello della Spiritata, vicino alla porta del castello.  

La parte più nascosta, Via Battisti

Per raggiungere il tratto settentrionale della cinta occorre tornare nel centro storico e percorrere la via Battisti, lungo la quale si troveranno altri palazzi importanti: la Casa dei Provveditori Veneti (oggi Enoteca), della fine del ‘400, e, di fronte, la Loggia dei Mercanti, del ‘600, che ospita un piccolo lapidario in cui sono raccolte le epigrafi gradiscane che ricordano la fondazione della fortezza e altri fatti e personaggi di rilievo.

Alla fine della via si incontra la cinquecentesca Porta Nuova, l’antica “Porta d’Allemagna”, che costituiva una delle due vie d’entrata alla fortezza. Una volta all’esterno si vedono i due torrioni più possenti delle mura gradiscane: a sinistra quello “della Campana” e a destra quello, meno conservato, “di S.Giorgio”. Anche da questa parte incontriamo un grande parco, chiamato “La Rotonda” e pure ricavato dallo spianamento dei bastioni.

Il Duomo dei Santi Pietro e Paolo, gioiello del barocco locale

Merita rientrare nel centro storico per vedere qualche altro edificio interessante. Il Duomo dei SS.Pietro e Paolo, ad esempio, bell’esempio di barocco locale la cui costruzione si protrasse dalla metà del secolo XVII alla metà del secolo XVIII.

Ospita la Cappella Torriana, con il sarcofago cinquecentesco del capitano Nicolò II della Torre e con stucchi pregevoli sul soffitto.

Ancora sul retro di palazzo Torriani troviamo la Biblioteca Comunale mentre il Museo Civico, con documenti sulla storia della fortezza, ora non è visitabile.

Ma nella stessa via Bergamas si affacciano anche il palazzo Comelli e la casa Corona, donata nel ‘600 da due nobili, Giovanni Battista e Terenzia Corona, per farne un ospizio per gli anziani con l’attigua cappella di S.Giovanni.

 

Il Monte di Pieta', costruito sotto il governo degli Eggenberg

Attraverso le Calli Corona o Maccari che collegano le vie principali (dette in origine “rughe”) si può raggiungere la via Dante, dove si trova il bel palazzo del Monte di Pietà, della metà del ‘600, con la facciata ornata da una statua barocca raffigurante la Pietà. All'interno il vano scale ospita una statua a grandezza naturale di Francesco Ulderico della Torre, capitano di Gradisca durante il governo degli Eggenberg  Fino agli anni ‘70 era sede del Municipio. Sul lato destro dell’edificio, imboccando la calle Maccari ci si addentra nella zona che un tempo era l’antico Ghetto ebraico, in cui viveva un' attiva comunità. Nella periferia nord Gradisca conserva anche un cimitero ebraico nelle vicinanze di quello cristiano.

Palazzi, ville e case rurali

Gradisca è caratterizzata da tre tipi fondamentali di abitazioni:palazzetti del centro storico già descritti, i villini della zona di espansione otto-novecentesca (a cominciare dagli esempi visibili ai margini della piazza Unità, tutti circondati da giardini che rappresentano la continuazione del parco) e le case rurali dei borghi. Questi ultimi, anche se relativamente lontani dal centro cittadino, sono molto antichi e conservano un carattere di insediamento autonomo, con un proprio nome (Tintor, S.M.Maddalena,Trevisan, Basiol, Tonel, Viola, Bidischini, Bruma, Salet, Molamatta) e proprie caratteristiche che derivano dalla persistenza di famiglie e usanze trasmesse di generazione in generazione.

 

 

I parchi

La vista dall'alto rende benissimo l'idea di Gradisca città verde. Dove un tempo c'erano i bastioni della fortezza ora ci sono dei bellissimi parchi che occupano una superficie di circa 7 ettari e costituiscono una delle attrattive più note della cittadina. Nel 1855, infatti, il Maresciallo Radetzky autorizzò l'abbattimento del tratto di muro rivolto verso Nord-Ovest a condizione che non vi si costruissero edifici. I parchi furono progettati secondo un impianto geometrico. La parte che corrisponde alla Piazza dell'Unità (Spianata) su cui sboccano le quattro strade del centro storico, ha forma ad ellisse divisa in due da un asse viario. Il perimetro è segnato da filari di latifoglie, soprattutto ippocastani, mentre al centro ci sono pini e, nell'emiciclo nord cedri deodara (tre esemplari furono piantati nel 1907). La superficie è coltivata a prato. Il parco più a Nord, delimitato dal tratto di muro settentrionale compreso tra i Torrioni della Campana e di San Giorgio,  è chiamato la Rotonda per la sua forma circolare tagliata da otto raggi. Nel punto centrale c'è un monumento ai Caduti della prima guerra mondiale. Poco distante c'è un'antica edicola dedicata a San Giovanni Nepomuceno.

L'area triangolare che si trova tra i due parchi più antichi, detta anche Pineta, fu sistemata negli anni Venti con un centinaio di sempreverdi, cedri, pini e abeti. 

Ai margini del parco, nella zona prospiciente i margini del centro storico ci sono aree destinate a caffè all'aperto, molto frequentate nella buona stagione. La Spianata viene utilizzata due volte la settimana per il mercato degli ambulanti (vestiti, fiori, pelletterie, scarpe, alimentari) e una volta al mese (terza domenica) per il Mercatino dell'usato. Nel corso dell'anno si susseguono diverse manifestazioni sportive e gastronomiche.

Questo sito è stato creato da Maria Masau Dan nell'ambito delle attività svolte tra il 2015 e il 2018 dal Comitato Eggenberg di Gradisca d'Isonzo per ricordare i 300 anni dalla fine della Contea principesca di Gradisca (1717) e costituisce la testimonianza di quelle attività. 

La pubblicazione non ha cessato di esistere dopo la celebrazione dell'anniversario ma mantiene l'obiettivo di diffondere la conoscenza della città e della sua storia non solo nel periodo in cui è stata capitale di una contea principesca (1647-1717) sotto il casato stiriano degli Eggenberg, ma anche prima e dopo.