Ricordi della città veneta

Casa dei Provveditori Veneti

Costruita nella seconda metà del Quattrocento, si trova all'incrocio fra le vie Dante e Battisti ed è caratterizzata da un volume cubico, dalle forme severe, accentuate dalla presenza di uno spigolo rinforzato da un barbacane. Fu la residenza dei Provveditori che, nel breve periodo in cui Gradisca fu sottoposta alla Repubblica di Venezia, governavano la città. In epoca più recente vi abitò la nobile famiglia Baselli. 

Sostanzialmente immutata rispetto alle origini, presenta qualche segno di ingentilimento, come il balcone al centro della facciata. All'interno il piano terra conserva le antiche volte a crociera e un cortiletto su cui domina una torre che dovrebbe risalire al secolo XV. 

Chiesa della Beata Vergine Addolorata

Poco dopo l'avvio della costruzione della fortezza (1479), il Senato Veneto decise di edificarvi anche una chiesa e a questo scopo nel 1481 inviò i padri dell'Ordine dei Servi di Maria a seguire i lavori. La chiesa fu completata nel 1498 e fu dedicata a San Salvatore, benché esistesse già una chiesa con questo nome. I Serviti rimasero a Gradisca fino al 1810 quando furono costretti ad andarsene per decreto di Napoleone. Nel 1845 la chiesa venne acquistata dalla famiglia Coassini, che la donò alla città. Danneggiata gravemente da un incendio durante la prima guerra mondiale, conservò solo i muri perimetrali. La facciata semplice e caratterizzata dall'assenza di decorazioni, richiama la sobrietà delle chiese monastiche,

Palazzo Coassini

Profondamente rimaneggiato a causa dei tanti cambiamenti d'uso avvenuti nei secoli, Palazzo Coassini, chiamato in passato Palazzo del Fisco o Palazzo Pretorio, fu costruito in epoca veneta, tra il 1479 e il 1483, ma ben poche tracce rimangono di quella fase: le volte a crociera del piano terra e due bifore nella parte posteriore. 

Nel secolo successivo fu residenza del Capitano Giacomo d'Attems, che governò la fortezza per quasi trent'anni, dal 1561 al 1590, occupandosi del completamento delle mura del castello (terminate nel 1572, come ricorda una lapide) e riformando l'amministrazione della giustizia, con l'emanazione, nel 1575, delle Consuetudines gradiscanae.

Dal 1770 al 1810 l'edificio divenne convento dei Padri Serviti. Successivamente, nel corso del Novecento, fu anche abitazione privata e, infine, ricreatorio per la gioventù cattolica gestito dalla parrocchia.

Il tempo degli Asburgo. Tra Cinquecento e Seicento

Palazzo Strassoldo-de Pace-Mistruzzi

L'impronta cinquecentesca della facciata fa pensare che Palazzo Strassoldo, appartenuto a una delle famiglie più ragguardevoli della contea, sia tra le prime costruzioni che, in epoca austriaca segnarono il passaggio da cittadella militare a centro residenziale. Costituito da un blocco compatto che si estende dalla via Ciotti alla via Bergamas, ha conservato quasi intatti gli elementi decorativi che ingentiliscono l'austera facciata, le cornici a mezzotondo delle finestre, le mensole a goccia, i leoni stilofori.

Rappresenta un modello che sarà adottato con varianti più o meno significative in molte dimore nobiliari costruite a Gradisca lungo il Seicento.

Palazzo de Comelli-Stuckenfeld

Segue certamente il modello fissato da Palazzo Strassoldo l'elegante residenza costruita entro il secolo XVII dalla famiglia Comelli in quella che un tempo era la Ruga Catalana e oggi è la via Bergamas. 

Di proporzioni imponenti, raduna al centro della facciata i principali elementi decorativi, con un poggiolo a colonnine in pietra retto da tre mensoloni affiancato da due finestre a loro volta dotate di balaustra. 

Sia i pilastrini di questo poggiolo, sia quelli dello scalone interno presentano un motivo decorativo a rosetta che si ritrova anche in palazzo Torriani, nel Duomo e nel convento dei Serviti e che probabilmente richiama il simbolo della città di Krummau accomunata a Gradisca dall'essere possedimento dei principi Eggenberg.

Monte di Pietà

Il Monte di Pietà, edificato nel 1671, fu istituito dal capitano Francesco Ulderico della Torre (effigiato all’interno in una statua) per combattere l’usura che colpiva la popolazione più povera. Esaurita la sua funzione nel 1806, mantenne sempre il carattere di edificio pubblico, ospitando la gendarmeria e il carcere e diventando, dal 1877 al 1974, sede municipale.

Si distingue dagli altri palazzi per la presenza di un pregevole gruppo scultoreo  collocato in un’ edicola impreziosita da volute che sovrasta il portale. La facciata è percorsa da elementi lineari marcapiano in pietra su cui si allineano finestre caratterizzate a loro volta da cornici lavorate a bugne molto piatte che creano effetti pittorici.

 

Loggia dei Mercanti

La Loggia dei Mercanti, situata sulla via Battisti proprio di fronte alla Casa dei Provveditori, ora sede dell'Enoteca La Serenissima, è un’ulteriore testimonianza della volontà del Capitano della Contea Francesco Ulderico della Torre, di dotare Gradisca di tutte le strutture necessarie a sviluppare una vita sociale ed economica adeguata al ruolo della città. 

Fondata nel 1688 come “Loggia per la Nobiltà”, divenne più tardi luogo di incontro e di contrattazione dei mercanti, mentre oggi ospita il Lapidario civico, costituito dalle più importanti e antiche epigrafi gradiscane. L’edificio, pur nelle ridotte dimensioni, richiama la solennità del manierismo veneto, e si impone col suo accentuato verticalismo, corretto da un cornicione molto sporgente che divide il vuoto profondo della loggia dalla superficie piatta, appena segnata dalle lesene, del primo piano. A sinistra dell'edificio si imbocca una stretta via che conduce alla passeggiata sulle mura.

Palazzo Torriani

Palazzo Torriani (attuale Municipio) fu dalla metà del '600 la residenza dei della Torre, il casato che ha avuto il ruolo più importante nella storia di Gradisca. Ha dimensioni ragguardevoli e caratteri  da piccola reggia, come esigevano le funzioni  di capitano della contea svolte dal proprietario, Francesco Ulderico della Torre (1629-1695). Egli governò la contea su mandato dei principi Eggenberg dal 1655 al 1695 e diede un forte impulso all’economia e allo sviluppo urbano. L’ impronta dell’edificio, in cui risalta il corpo centrale coronato da timpano, è quella dell’architettura veneta post-palladiana. 

Palazzo Torriani - corte

Il momento più alto dell’architettura gradiscana si raggiunge nella corte di Palazzo Torriani, su cui si affaccia uno scalone che per la perfezione del disegno e i contrasti chiaroscurali fa ricordare  immediatamente le logge palladiane o  le scenografiche soluzioni di Longhena. Il loggiato poggia su due robuste colonne doriche a conci bugnati a cui corrispondono, al primo piano, due più sottili colonne ioniche. Una cornice ornata di classici triglifi e metope, sovrastata dalla balaustra, separa i due piani .

Il Settecento

Duomo dei SS. Pietro e Paolo

Il Duomo di Gradisca, intitolato ai SS. Pietro e Paolo, deve la sua forma attuale all’ampliamento, avvenuto a partire dal 1656, di una chiesa precedente,  sorta in epoca medioevale e dedicata a San Salvatore. Tra il 1644 e il 1666 venne costruito il campanile, massiccia torre quadrata che domina il cuore della città. Un’iscrizione  posta alla base ricorda che questo avvenne sotto i principi Eggenberg, sovrani di Gradisca. Risale invece al 1752 la costruzione della facciata che, malgrado le dimensioni ridotte, si impone col suo carattere di robustezza plastica di impronta ancora tardobarocca. 

Palazzo de Fin-Patuna

Con la sua maestosa eleganza, Palazzo de Fin Patuna rispecchia il prestigio della famiglia da cui fu abitato - e probabilmente  ristrutturato e ingrandito - nel '700.  I de Fin facevano parte della nobiltà gradiscana già dal ‘500, ma è nel secolo XVIII che emersero come uomini d’arme e amministratori pubblici. L’andamento orizzontale della facciata è riequilibrato dalla sopraelevazione del corpo centrale, alleggerita dal gioco delle curve e delle decorazioni, e richiamata dai timpani ad arco che concludono le ali. Un bel portale affiancato da robusti pilastri regge su due mensoloni il grazioso balcone su cui si affaccia una elaborata porta-finestra. 

Come riferisce lo storico Ettore Patuna, "nel 1786 il vescovo-principe di Gurk (Stiria) visitò Gradisca ed in particolare la chiesa dei Serviti (ora Addolorata e il Palazzo Torriani, e si portò in Casa de Fin a vedere quel giardinetto come dilettante di fiori". E' evidente che a quell'epoca il giardino doveva essere molto interessante, se meritevole della visita di un principe-vescovo. Probabilmente aveva ancora la forma originaria di "giardino all'italiana" mentre nell'Ottocento si trasformò in "giardino romantico" seguendo la tendenza naturalistica del gusto inglese. Nella prima metà del secolo XIX inoltre, come molti parchi di grandi dimore storiche, si arricchì di specie esotiche prendendo anche il carattere di "orto botanico", pieno di rarità. 

Questo sito è stato creato da Maria Masau Dan nell'ambito delle attività svolte tra il 2015 e il 2018 dal Comitato Eggenberg di Gradisca d'Isonzo per ricordare i 300 anni dalla fine della Contea principesca di Gradisca (1717) e costituisce la testimonianza di quelle attività. 

La pubblicazione non ha cessato di esistere dopo la celebrazione dell'anniversario ma mantiene l'obiettivo di diffondere la conoscenza della città e della sua storia non solo nel periodo in cui è stata capitale di una contea principesca (1647-1717) sotto il casato stiriano degli Eggenberg, ma anche prima e dopo.